Oncowellness: l'importanza dell'attività fisica nel percorso di cura
Attività fisica e malattie oncologiche
Il progetto Oncowellness promosso da Pfizer in partership con AIL, nasce da una “coalition” che coinvolge, insieme all’azienda, esperti e Associazioni dei pazienti impegnate nelle quattro aree dell’Oncologia su cui si concentra questa piattaforma: tumore della mammella, tumore del polmone, tumori genitourinari, tumori del sangue.Tutti i partner condividono i due obiettivi che ispirano Oncowellness: promuovere l’attività fisica e uno stile di vita attivo come componenti importanti del percorso di cura delle malattie oncologiche; offrire ai pazienti un punto di riferimento informativo sui benefici di un’attività fisica regolare, propedeutico a un vero e proprio programma di esercizi personalizzati eseguiti su indicazione e sotto la supervisione del proprio medico curante.Oncowellness si avvale inoltre di un team di 3 “oncotrainer” specificamente formati per il supporto ai pazienti oncologici, che - in collaborazione con il Gruppo di esperti – hanno realizzato i video tutorial e le schede di allenamento contenuti nella piattaforma.
Attività fisica e tumori del sangue
Le problematiche più frequentemente riportate dalle persone con tumori del sangue sono la diminuzione della capacità funzionale e della performance fisica, l’astenia (debolezza), gli effetti collaterali legati ai trattamenti, che spesso hanno ripercussioni a livello immunologico ed ematologico, nonché disturbi psicologici come l’ansia e la paura. Numerosi studi hanno evidenziato l’importante ruolo che l’attività fisica può svolgere nel contrastare la sintomatologia delle patologie oncologiche, anche se i meccanismi biologici dell’impatto positivo dell’esercizio fisico non sono ancora ben conosciuti.
Esistono numerose evidenze scientifiche a supporto della capacità dell’attività fisica nell’influenzare positivamente il sistema immunitario in soggetti sani e, partendo da questi dati, sono state condotte numerose ricerche volte a indagare questo effetto anche in pazienti con tumori del sangue 2. I risultati emersi mostrano che l’attività fisica potrebbe effettivamente rappresentare un importante strumento complementare ai trattamenti oncologici.
In uno studio condotto su persone affette da tumren del sangue e sottoposte a chemioterapia, è stato evidenziato come il gruppo di coloro che aveva praticato per 36 settimane un protocollo di attività fisica (esercizi per migliorare l’equilibrio, la resistenza e la forza) ha mostrato miglioramenti significativi nei livelli di tossicità correlata alla terapia, nella funzionalità fisica e nella qualità di vita rispetto al gruppo che non aveva praticato alcun tipo di esercizio Allo stesso modo, è stato dimostrato che esercizi aerobici, di potenziamento muscolare e per il miglioramento dell’equilibrio possono essere praticati in sicurezza da persone con leucemia mieloide acuta sottoposte a regimi chemioterapici nelle fasi iniziali del trattamento. Anche il semplice camminare si è dimostrato sufficiente nel contrastare la perdita di funzionalità fisica dovuta ai trattamenti che generalmente si osserva durante il regime chemioterapico in diversi tipi di tumori del sangue.
Inoltre, l’impatto dell’esercizio fisico in persone sottoposte a trapianto di midollo osseo, un intervento importante e necessario in diversi tipi di patologie onco-ematologiche, è stato ampiamente studiato. Prima, durante e dopo il trapianto di midollo osseo, le persone vanno incontro a un considerevole peggioramento fisico e funzionale e ad una riduzione del benessere psicologico. La revisione degli studi condotti su questo argomento ha evidenziato che le persone che ricevono questo tipo di intervento possono trarre significativi benefici dall’esercizio fisico, quali il miglioramento della qualità di vita e la riduzione dell’astenia.
Le numerose ricerche condotte evidenziano quindi i potenziali benefici dell’attività fisica in persone con tumori del sangue, con un impatto positivo su aspetti come la qualità di vita e la gestione dei sintomi.È importante comunque raccomandare alcune precauzioni, come il controllo dei livelli adeguati di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine e un’attenzione particolare alle persone con catetere venoso centrale. È sempre raccomandato consultare il proprio medico curante o lo specialista di riferimento prima di intraprendere qualsiasi pratica fisica.
Scopri le altre news