Quella di Paola è una storia di rinascita che porta a un nuovo progetto: I bambini per AIL
Dopo la diagnosi di Leucemia Mieloide Acuta, nel 2009, ho passato 100 giorni di isolamento, lontana dal mio bambino di 18 mesi. Ho sofferto moltissimo per questa separazione, che si è aggiunta alle paure legate all’incertezza del futuro. Se sono riuscita trovare la forza di affrontare tutto è stato proprio grazie al prezioso supporto psicologico dei medici e dei volontari e quando finalmente sono uscita dall’ospedale, ho sentito il dovere di impegnarmi in prima persona. Ho deciso di diventare uno dei soci fondatori della Sezione AIL di Arezzo e di mettere a disposizione dell’Associazione il mio tempo e le mie capacità.
È nato così il progetto "I bambini per AIL", un’iniziativa che mira a sensibilizzare gli alunni della quinta elementare del mio paese al tema della solidarietà e del volontariato. Ritengo fondamentale seminare questi valori nei cuori dei bambini in un contesto scolastico, perché oggi abbiamo il compito e la responsabilità di formare le coscienze di domani. Un bambino abituato a riflettere sull’importanza del donare agli altri, che ha sperimentato in prima persona quanto il volontariato sia importante e gratificante, sarà un adulto più generoso e impegnato.
Gli obbiettivi di questa iniziativa si possono riassumere in un solo termine, una sorta di parola magica che usiamo sempre con i bambini che partecipano al progetto: Eutrapelia, ovvero la capacità di cercare sempre il meglio in noi stessi e di avere un atteggiamento costruttivo nei confronti della vita e di ciò che ci accade. Ogni anno, assieme al personale docente, individuiamo un tema legato a questo concetto di positività e i bambini realizzano poesie, temi e disegni sull’argomento che vengono poi raccolti in un libro. Non solo. I ragazzi vengono coinvolti attivamente nelle attività di volontariato AIL, soprattutto nella vendita delle Stelle di Natale e delle uova di Pasqua, e partecipano a degli spettacoli per raccogliere fondi a favore dell’Associazione.
Il progetto ormai esiste da 10 anni e i riscontri sono incredibili. Abbiamo raccolto somme considerevoli nel tempo e i bambini anche dopo la fine di questa esperienza hanno continuato ad aderire alle iniziative AIL. I ragazzi non solo si impegnano in prima persona, ma riescono ad attivare le famiglie, i loro compagni, diventando una parte attiva e costruttiva di AIL. Questo perché, non dimentichiamolo mai, è bello ricevere ma ancora più bello donare e donarsi agli altri.
Donare il 5x 000 ad AIL significa contribuire attivamente a sostenere progetti, attività e iniziative che possono aiutare i pazienti ematologici e le loro famiglie.
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