Linfoma di non Hodgkin - La storia di Michela
Mio figlio mi ha dato la forza di sconfiggere il Linfoma non Hodgkin. Oggi vivo ogni giorno come un regalo, un nuovo dono possibile grazie alla ricerca e grazie ad AIL
Esattamente 30 giorni dopo aver saputo che ero malata è nato il mio piccolo guerriero, di appena 1 kg e 600 grammi. Il mio piccolo Davide mi ha dato la forza per sconfiggere il mio Golia, il Linfoma non Hodgkin,
Per me, tutto è iniziato nel momento che avrebbe dovuto essere uno dei più belli della mia vita: la mia seconda gravidanza. Ero già mamma di una bimba di un anno e mezzo e dentro di me cresceva un'altra vita. Ho cominciato a sospettare che ci fosse ci fosse qualcosa che non andava quando ho iniziato ad avvertire una forte stanchezza che sentivo non dipendere dalla fatica della gravidanza. Mi accorsi da lì a poco di aver un piccolo rigonfiamento dietro l'orecchio sinistro. Con un po' di preoccupazione decisi di vedere il medico che cercò di tranquillizzarmi, visto il mio stato interessante, che mi consigliò semplicemente di monitorare quel piccolo gonfiore probabilmente dovuto ad un linfonodo infiammato. Purtroppo però quel piccolo bozzo cresceva ogni giorno di più, quindi iniziai immediatamente ad indagare attraverso una serie di visite ed esami che terminarono con una biopsia e con una diagnosi: Linfoma non Hodgkin. Essendo incinta non potevo fare esami più approfonditi per stabilire la stadiazione ma la biopsia rilevava che il tumore era particolarmente aggressivo.
A quel punto gli oncologici fecero squadra con i medici che mi seguivano per la gravidanza; i rispettivi primari di ematologia e di ostetricia, di due ospedali diversi, hanno collaborato per me e il piccolo che portavo in grembo. Alla trentunesima settimana, esattamente 30 giorni dopo aver saputo contro chi avevo a che fare, è nato il mio piccolo guerriero di appena 1 kg e 600 grammi, il mio piccolo Davide: mio figlio mi ha dato la forza per sconfiggere il mio Golia. Dieci giorni dopo il parto sono stata costretta a lasciare il mio piccolo nelle mani dei medici e delle infermiere della terapia intensiva neonatale e la mia piccola di un anno e mezzo con il papà mentre io dovetti iniziare le cure. Da quel momento ho affrontato 6 cicli di chemio con ricoveri periodici ogni 21 giorni circa.
Ad ogni ciclo dovevo essere ricoverata perché la chemio andava in infusione continua per 5 giorni, mentre il sesto giorno dovevo sottopormi ad un'iniezione direttamente nel midollo per poter riabbracciare i miei bimbi. È stato il periodo più brutto della mia vita ma non ho mai perso il sorriso, anche se qualche lacrima me la sono concessa. Fortunatamente i miei bambini mi hanno dato la forza per non mollare mai, per sopportare ogni dolore. La mia famiglia mi ha supportato e aiutato tantissimo. Un marito/papà che, durante i miei ricoveri, ha fatto del tutto per essere anche un po' mamma, i miei genitori e mia sorella che non mi facevano mancare niente e che davano una grande mano con i piccoli. Tutto questo mi ha permesso di concentrami completamente sulle cure. Dovevo guarire! A giugno 2018, due mesi dopo aver terminato i cicli di chemio, arrivò il risultato della tac tanto sperato: completamente pulita! Finalmente ero in remissione completa.
Da allora sono passati due anni, e continuo con i controlli periodici. Il linfoma non mi ha tolto il sorriso, la positività e la voglia di vivermela al meglio questa vita! Ogni giorno nuovo è un dono, ogni nuovo giorno è possibile grazie alla ricerca e grazie ad AIL. Mai mollare! Buona vita.
Michela
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